
Zungri, la città di pietra

Di medinbus
Incastonata nella lussureggiante natura del Monte Poro la piccola “Matera Calabrese” sorprende e incanta con la sua atmosfera magica, le sue scalette, i suoi cunicoli e le sue sorgenti.
La Calabria è il segreto meglio custodito d’Italia. Per questo, tra acque cristalline e natura selvaggia, riesce a conservare intatta la sua storia secolare, così come avviene nel minuscolo paesino di Zungri.
La storia. Sulle tracce del passato di Zungri
Se Matera è la città dei sassi, Zungri (in greco “roccia”) è il borgo di pietra. Memorabile testimonianza della capacità dell’uomo preistorico di “adattarsi” all’ambiente circostante, plasmando la roccia per crearsi un riparo. Incastonato nella lussureggiante natura del Monte Poro, il comune di Zungri rappresenta uno dei centri più vivaci della provincia di Vibo Valentia, situato in una felice posizione geografica, a pochi Km di distanza dalle vicine località turistiche della Costa degli Dei come Tropea e Capo Vaticano. Il piccolo borgo ospita, intatti, il sito archeologico degli Sbariati o Sbandati, un insediamento abitativo rupestre, molto ben conservato. Zungri, immerso in un ambiente incontaminato, nel vallone della fiumara Malòpera, a 490 metri di altitudine, rivela il modello di vita sociale dei monaci Basiliani che arrivarono qui dall’Oriente nel XII secolo e vi rimasero per altri due. Questo sito, fatto risalire dagli studiosi all’età bizantina per la presenza di silos, è un vero e proprio ambiente antropizzato in cui ogni elemento è stato pensato e realizzato in maniera funzionale rispetto alla vita della comunità.
Visitare Zungri significa soprattutto lasciarsi sorprendere dall’atmosfera magica che si respira qui tra le scalette, i cunicoli e le sorgenti naturali della piccola “Matera calabrese”.
Cosa vedere a Zungri
- Le case roccia
Immerso in un ambiente incontaminato, Zungri custodisce gelosamente una storia che vive da millenni a due passi dal presente: porta d’accesso a questo mondo ancestrale è infatti il Museo della Civiltà Contadina e Rupestre che conserva, tra l’altro, circa 3.000 reperti tutti attinenti alla civiltà rupestre e contadina di Zungri.
Dal piazzale del museo s’imbocca la stradina che comincia a scendere verso l’insediamento. Una discesa ripida nel cuore della storia, per scoprire usanze e modi di vivere delle popolazioni che hanno abitato il nostro territorio e godere nel frattempo della suggestiva pace del luogo e dello straordinario panorama.
Il villaggio rupestre conta oltre cento case grotta scavate nella roccia, di varie dimensioni e forme, alcune monocellulari, altre bicellulari, altre ancora a due piani, l’insediamento, unico nel suo genere in Calabria, copre una superficie di circa 3000 mq, articolata su più livelli dell’ampio costone roccioso. Le case sono collegate attraverso delle gradinate scavate anch’esse nella roccia. le tre sorgenti, poste nella parte bassa, fornivano acqua che veniva raccolta in cisterne, vasche e pozzi collegati tra loro. Veniva raccolta anche l’acqua piovana poiché presente un sistema di canalizzazione.
ll territorio di Zungri è infatti ricco di sorgenti, quelle oligominerali della sorgente Ambrosia, e quelle che sgorgano dalle caratteristiche fontane, le suggestive sorgenti con fontane, da cui attingere acqua fresca con importanti caratteristiche chimico-fisiche, quali la fontana di “Mbrosi”, “Macroni”, “Fossa o Medicu”, “Pistuni”, “Funtanarandi”.
L’abitato, dicevamo, è attraversato da una scalinata scavata nella roccia che conduce ai diversi ambienti rupestri. Gli spazi interni delle grotte hanno dimensioni variabili, con un uso privilegiato della pianta rettangolare, rispetto a quella ovoidale. Gli ambienti sono sia monocellulari che costituiti da più vani, dislocati su uno o su due livelli. Ai piani più alti si poteva accedere per mezzo di scale, realizzate in legno o scavate nella pietra. Le grotte, di forma circolare o quadrate, hanno una copertura a volta o a cupola con un foro al centro per consentire l’aerazione; altre invece sono dotate di finestre circolari o rettangolari che si affacciano sul sistema viario o si aprono sull’incantevole panorama della valle. All’interno sono visibili incassi nelle pareti, utilizzati sia per la sistemazione dei letti che come alloggio dei suppellettili.
Zungri, la piccola “Matera Calabrese”

Alle grotte – casa, abitate fino a tempi recenti (sono state utilizzate anche durante il conflitto mondiale come riparo dai bombardamenti), si alternano grotte adibite a usi diversi: cantine, ricoveri per gli animali, laboratori di trasformazione agricola, silos per la conservazione dei cereali, vasche di lavorazione e forni. Un tesoro prezioso che dimostra come l’uomo abbia utilizzato l’ingegno per adattarsi a una natura spesso impervia, senza stravolgerla.
- Il museo
Orgoglio di Zungri è il Museo della Civiltà Rupestre e Contadina dimostrazione di un mondo rurale purtroppo oggi ormai quasi scomparso. Esso non è una semplice raccolta di oggetti ma la rivisitazione di una cultura nel rispetto e nell’esaltazione delle radici umane, storiche e sociali di Zungri. E’ la testimonianza di un mondo contadino scandito dalle varie fasi del lavoro giornaliero e che inequivocabilmente intreccia la vita dei campi con la vita domestica, con i mestieri artigiani e la vita religiosa.
La parte finale del sito nasconde un piccolo angolo di paradiso. Una sorgente immersa nel verde smeraldo della natura. Una piccola oasi di pace dove il tempo è scandito dal semplice ticchettio delle gocce d’acqua che si riversano in un piccolo “laghetto”.